Centro Psicologia In Equilibrio

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Disturbi dell’apprendimento

Psicologia disturbi apprendimento bambini

I disturbi dell’apprendimento (DSA) sono una problematica molto diffusa che riguarda tra il 2,5% e il 3,5% della popolazione italiana in età evolutiva. Per disturbi dell’apprendimento si intende un insieme di difficoltà nell’apprendimento di lettura, scrittura e calcolo, in presenza di un funzionamento intellettivo adeguato all’età e in assenza di deficit sensoriali, ad esempio visivo, e di situazioni sociali sfavorevoli, come un mancato inserimento alla scuola dell’obbligo.

Disturbi dell’apprendimento: quali sono

Le principali categorie diagnostiche riconosciute dalla legge 8 ottobre 2010, n. 170 e dalle linee guida della Consensus Conference includono:

  • la dislessia, ovvero la difficoltà nell’acquisire una lettura che sia automatica e corretta;
  • la disortografia, caratterizzata dalla difficoltà del bambino nella scrittura dal punto di vista dell’ortografia;
  • la disgrafia, ovvero la presenza di una scrittura poco fluida;
  • la discalculia, caratterizzata dalla difficoltà a comprendere o riconoscere il numero, svolgere i calcoli e memorizzare alcune procedure.

Criteri per la definizione dei DSAPsicologia disturbi apprendimento bambini

Nel DSM 5 (APA, 2013) la dislessia, la disortografia e la discalculia sono inserite come sottotipi di un’unica categoria, definita disturbo specifico dell’apprendimento, la quale prevede i seguenti criteri diagnostici:

Criterio A. Difficoltà dell’apprendimento e nell’utilizzo delle competenze scolastiche, che si manifestano, nonostante sia stato fornito un intervento per tali difficoltà, con la presenza per almeno sei mesi di almeno uno dei seguenti sintomi:

  1. lettura di parole lenta e faticosa o inaccurata;
  2. difficoltà a comprendere quello che si è letto;
  3. difficoltà in ortografia;
  4. difficoltà nell’espressione scritta;
  5. difficoltà nella padronanza del senso dei numeri, nei fattori numerici o nel calcolo;
  6. difficoltà con il ragionamento matematico

Criterio B. Le competenze scolastiche colpite sono sostanzialmente e quantitativamente più basse di quelle attese per l’età cronologica dell’individuo, e interferiscono in modo significativo con le prestazioni scolastiche o lavorative, o con le attività della vita quotidiana, come confermato da misure standardizzate e dalla valutazione clinica generale. Per individui da 17 anni in su, una storia documentata di difficoltà d’apprendimento invalidanti può essere sostituita alla valutazione standardizzata.

Criterio C. Le difficoltà d’apprendimento sono iniziate durante l’età scolastica ma possono non essersi manifestate pienamente finché le richieste per le competenze scolastiche colpite non hanno superato i limiti delle capacità dell’individuo.

Criterio D. Le difficoltà d’apprendimento non sono dovute a disabilità intellettive, non corretta acuità visiva o uditiva, altri disturbi mentali o neurologici, avversità psicosociali, scarsa padronanza della lingua d’insegnamento, o istruzione inadeguata.

Come riconoscere i disturbi dell’apprendimento                                                

Negli ultimi anni si è verificato un aumento di interesse per i DSA sia da parte dei professionisti della salute mentale sia da parte delle istituzioni. Nonostante l’incremento di attenzione verso tali disturbi, essi spesso non vengono riconosciuti e la diagnosi avviene tardivamente. I bambini con DSA vengono così per lungo tempo considerati dai loro genitori e talvolta anche dai loro insegnanti come svogliati e pigri.

Un mancato riconoscimento tempestivo del disturbo di apprendimento del bambino può portare con il tempo allo sviluppo di altre problematiche sia sul piano emotivo, come ansia e depressione, sia su quello comportamentale, che derivano dall’esposizione a stati frequenti di frustrazione dovuti all’impossibilità di raggiungere le stesse competenze scolastiche dei propri pari.

I primi elementi che ci consentono di ipotizzare il possibile sviluppo di un disturbo dell’apprendimento sono i fattori di rischio. Questi possono essere individuati già nel periodo precedente all’inserimento nella scuola primaria. Infatti le ricerche hanno dimostrato che sono maggiormente a rischio di sviluppare un disturbo dell’apprendimento quei bambini che:

  • sono stati esposti dopo il parto a due o più anestesie generali, prima del quarto anno di vita;
  • hanno presentato un disturbo del linguaggio;
  • sono maschi;
  • hanno avuto una storia genitoriale caratterizzata da problemi di alcolismo o di disturbo da uso di sostanze;
  • hanno un genitore affetto da dislessia.

Inoltre già durante la scuola materna è possibile individuare i primi segnali dei disturbi specifici dell’apprendimento, ad esempio la presenza di difficoltà ad unire i fonemi per formare le parole oppure a segmentare la parola in sillabe, ad identificare le iniziali delle parole, problemi di motricità fine, ad esempio nell’impugnare la matita, e nella coordinazione visuo-motoria.

Il trattamento dei DSA

Il trattamento dei disturbi dell’apprendimento comprende da un lato l’intervento specifico sulle difficoltà di lettura, scrittura e calcolo, dall’altro la valutazione e la presa in carico degli aspetti emotivi correlati al problema, in particolare vengono trattati i sintomi di ansia, depressione e bassa autostima che il bambino può manifestare.

Inoltre, quando le difficoltà di lettura incidono negativamente sul rendimento scolastico e sulle capacità di comprensione dei testi scolastici, il lavoro include anche il potenziamento di strategie utili a facilitare lo studio a casa.